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  • Immagine del redattoreValerio Filippi Plaza

III CAPITOLO : Tempesta

Finalmente tutte le squadre avevano completato l’ultima prova, l’attesa era finita, avrebbero saputo se una delle compagnie li avrebbe scelti e se da lì a poco avrebbero iniziato quella lunga carriera militare. Tutti fremevano, l’agitazione nella sala d’attesa era alle stelle, i tre guerrieri dopo quella piccola collaborazione non si erano più rivolti parola ed in silenzio attendevano il loro giudizio. Dopo circa 4 ore dal termine della loro dimostrazione la porta si aprì lentamente, e come di consueto, lo gnomo la varcò, due colpi di tosse e « Il 3206esimo esame di selezione si è concluso, purtroppo anche quest’anno molti concorrenti sono caduti...ma voi siete salvi! Ora a gruppi vi chiameremo e verrete valutati dai capitani delle compagnie. » tutti quanti rabbrividirono a quelle parole «Iniziamo con Tiren, Torgaod e Gorlack! Venite con me» si girò verso il corridoio dirigendosi verso l’arena, seguito dalla squadra azzurra. Il corridoio sembrava ancora più lungo di prima, “come potrei tornare al villaggio se non supererò la selezione?”... “la vergogna sarebbe troppa”... “ sarei il disonore della mia famiglia”, questi i pensieri che risuonavano nelle loro menti lungo tutto il tragitto. « Forza ragazzi! Entrate.. già arrivare fin qui non è da tutti...andrà come andrà» li rassicurò lo gnomo, sempre presente dall’inizio dell’esame. Nuovamente insieme i tre fecero il loro ingresso nell’arena che li accolse con un calorosissimo applauso. L’imperatore avanzò e con un gesto fece calare il silenzio, l’ansia era incontenibile, Gorlack sentiva una gocciolina scendere lungo tutta la schiena, Torgaod non riusciva più a respirare e per la prima volta Tiren stava zitto concentrato solo sui movimenti dei capitani. «Complimenti giovani guerrieri, vi siete dimostrati degni di far parte della milizia imperiale... » d’un tratto quel peso enorme che avevano sullo stomaco si dissolse, le prime parole dell’imperatore li aveva liberati dal dubbio: « ora lascio la parola ai nobili capitani, chi sarà interessato ad avervi nella loro compagnia si farà avanti, se più di uno vi vorrà, sarete voi a scegliere!» pochi istanti di pausa e l’imperatore indietreggiò lasciando spazio ai sei capitani.

Gli sguardi di tutti erano fissi sulla balconata. Cinque capitani su sei fecero un passo avanti, solo Davroar Spelloyal dei Draghi d’oro rimase al suo posto. Incredibile! Si erano distinti talmente tanto da essere richiesti da quasi tutte le compagnie, così l’imperatore riprese: «A quanto pare siete più che contesi...AHAHAHA....a voi l’ardua scelta! Sinceramente neanche io saprei a chi affidarmi! ».


 

La situazione era difficilissima, i tre passarono dalla paura di non essere scelti, alla paura di scegliere la compagnia sbagliata. Ma la squadra azzurra aveva qualcosa che li legava ad una specifica compagnia.

Torgaod si fece avanti per primo « Cari capitani, con il vostro consenso io sceglierei di unirmi alla compagnia dei Diavoli Blu!», « Anche io vorrei unirmi ai Diavoli Blu! » esclamò Gorlack «Ed anche io voglio farmi dei nuovi amici nella compagnia del capitano Leogold...EH EH EH!!» concluse Tiren. Il popolo rimase sbalordito dalla scelta di quel gruppo, con l’opportunità di muoversi tra le fila di compagnie molto più valorose avevano deciso di unirsi alla peggiore di tutte. « Bene! Se questa è la vostra decisione definitiva, potete proseguire nei tunnel d’uscita, il vostro capitano vi aspetterà direttamente alla base. De rappresentanti vi forniranno tutto il materiale!». L’imperatore indicò il tunnel da seguire ed infine disse: «Cari ci aspettiamo molto da voi, portate alto il nome della vostra compagnia e difendete l’Impero anche costo della vostra stessa vita!!!». Mettendosi sull’attenti all’unisono risposero con fierezza « SARÀ FATTO!!» e proseguirono ricolmi di felicità verso l’uscita. Con la coda dell’occhio Torgaod diede un ultimo sguardo al capitano Leogold per poi dirigersi con gli altri nel tunnel. Poco prima dell’uscita, seduti vicino ad un piccolo banchetto di legno coperto da un telo di stoffa blu, li attendevano due elfi con una divisa militare marchiata Diavoli Blu. « AHHHHH ecco le nuove reclute!!! Benvenuti! Sarà divertente vedervi annaspare in questo manicomio... » disse il primo lasciandoli un po’ perplessi «Comunque tralasciando il discorso di benvenuto, qui vi forniremo il materiale di riconoscimento militare... » prese parola il secondo in maniera decisamente più scontrosa. «...Questa sarà la cinta rappresentativa con il simbolo del Diavolo... » porgendo ad ognuno di loro una cintura di pelle blu «Ora se gentilmente potreste porgermi la mano destra precederemo con la registrazione... » Titubanti ma allo stesso tempo emozionati allungarono tutti e tre la loro mano destra verso l’elfo più sgarbato, il quale iniziò a raccogliere tutta l’energia magica sulla punta del suo indice e con un movimento rapidissimo incise loro un tatuaggio arcano a forma di diavolo. «Questo tatuaggio è il vostro simbolo di appartenenza, con questo tutti sapranno che siete dei nostri, ma soprattutto, passando la mano sopra di esso, quest’ultimo si attiverà e vi teletrasporterà direttamente al campo-base...Provare per credere! ». Senza farselo ripetere due volte ,Tiren: «Ragazzi ci vediamo di là...Vado a farmi nuovi ami.. » e scorrendo la mano sul tatuaggio sparì sotto gli sguardi sbalorditi degli altri. Lo seguì Gorlack ed infine Torgaod sospirando «Speriamo di non finire male... » e scomparve anche lui. L’intero gruppo sparì dalla vista dei due elfi in un turbinio magico.


 

Dopo pochi istanti, totalmente scombussolati aprirono gli occhi, trovandosi dinanzi la base dei Diavoli Blu. Il gruppo rimase in silenzio vedendo la struttura, o meglio vedendo lo squallore della struttura. L’edificio di sette piani cadeva praticamente a pezzi, una scalinata di legno marcio conduceva ad una porta dello stesso materiale che si reggeva a malapena; molte delle finestre che affacciavano sulla strada erano rotte, ed un forte odore di pesce rancido aleggiava tutt’intorno. Avevano fatto davvero la scelta giusta? Gorlack rimpiangeva un pò gli Arconti Neri o le Chimere Rosse. «Dai!!» esclamò Torgaod « Ormai è fatta.. Siamo stati marchiati, quindi non facciamoci attendere!» rivolgendosi a Gorlack abbastanza disgustato. Ma girandosi verso Tiren gli si presentò una scena totalmente diversa. Gli occhi del giovane nano Brillavano di felicità, si rotolava sul pavimento d’ingresso inspirando a pieni polmoni quell’terribile odore « Uhhhhh sapete quanti amici nuovi che potremmo farci quiiii!!!» il Gargoyle vedendo questa scena iniziò a camminare verso l’ingresso più disgustato di prima. Man mano che si avvicinavano alla porta, delle grida e della musica, che provenivano dall’interno, si udivano sempre di più.

Aprirono la porta e rimasero senza parole.


 

Il caos era totale! Nani ubriachi sui tavoli della mensa, orchi che si sfidavano a gare di forza, manifestazione di magia ovunque e piccole risse tra compagni. Quella non era una base militare, era un’immensa taverna che ospitava scappati di casa, mal viventi e criminali. Alle loro spalle una voce sconosciuta «Incredibile! Qualcuno ha davvero scelto la nostra compagnia quest’anno....AHAHAH!! » voltandosi videro una figura celestiale che stava per rivolgersi a loro. Erano tutti a bocca aperta, tutti tranne Tiren «UUUOOOOO...Ma...Ma..Ma tu sei un angelo!!» poi scoppiò a ridere « No mio caro nano, mio padre lo era...Io sono un’Aasimar e mi chiamo Falkore...Sarò il vostro supervisore per questo primo periodo. Andiamo vi faccio conoscere gli altri!» li superò spalancando con forza la porta ed entrò. Senza proferir parola lo seguirono, come abbagliati dalla sua aura angelica. «SILENZIOOOOOO!!!» urlò Folkore riportando all’ordine la compagnia. Tutti i soldati si voltarono verso di loro, facendo riemergere nuovamente la sensazione di essere giudicati.



Un lampo blu si schiantò sul terreno accanto ai tre, e dalla coltre di fumo emerse il Capitano Leogold « Allora manica d’imbecilli, questi sono i vostri nuovi compagni fateli ambientare e metteteli a loro agio...» poi si rivolse a Tiren, Gorlack e Torgaod «...per quanto riguarda voi idioti, preparatevi, domani dimostrerete subito il vostro valore, partirete per la prima vera missione!» rimasero impietriti, non avevano ancora raggiunto il loro alloggio e già gli veniva assegnata una missione. «Mi raccomando puntuali all’alba domani mattina....detto ciò addio idioti!» e con un altro lampo blu sparì. «Bene ragazzi, inizio col botto direi..AHAH! Vi accompagno nelle vostre camere...Riposate e tenetevi pronti, domani ci divertiremo!» disse Folkore accompagnandoli verso il secondo piano. Dopo aver consegnato ad ognuno di loro una chiave se ne andò, lasciandoli così, ancora scioccati dall’ordine del capitano. Si scambiarono un rapido cenno con la testa ed entrarono nelle loro stanze con la sola voglia di dormire. Posarono tutti e tre le loro cose sul pavimento, si lanciarono sulla loro brandina e senza neanche accorgersene, erano già caduti in un sonno profondo.

Urla assordanti provenivano da ogni angolo della capitale, gli abitanti scappavano terrorizzati cercando una via d’uscita da quell’inferno. Cinque risate assordanti facevano tremare l’aria; fulmini, fiamme e stalattiti di ghiaccio e acido stavano distruggendo la città. In alto nel cielo un turbine attirava a sé l’essenza di tutti i cittadini. Il mondo stava finendo! Panico generale diffuso tra tutti. Arrivati alla piazza principale ,si presentò lo scenario peggiore...una montagna di cadaveri si alzava davanti ai loro occhi. Cadaveri di cittadini e soldati delle compagnie. In quel caos un verso assordante, gli sguardi puntati verso l’alto ed una figura mostruosa, il terrore li pervase. Esplosione!!!...



Gorlack si svegliò di soprassalto, il cuore che gli batteva all’impazzata, tastava la squallida brandina su cui poco prima si era addormentato « Cosa diavolo è stato? Non era un sogno» disse ansimando e parlando da solo. “ qualcosa non andava! ” uscì dalla stanza e aprendo la porta si trovò davanti a se Tiren e Torgaod, entrambi con la sua stessa espressione, «Ma perché siete svegli?» chiese ancora scosso «credo di aver avuto qualcosa di molto più brutto di un incubo!» borbottò Tiren «Ragazzi qualcosa non va...anche io ho appena passato un brutto momento...» rispose Torgaod.

Rimasero in silenzio, visibilmente confusi... In quel momento capirono che non avrebbero trovato risposte e affranti rientrarono nelle loro stanze. Vento di cambiamento soffiava fuori dalle loro dimore.. strani eventi erano alle porte...ma cosa li attendeva?


" E con questo termina il III capitolo, la prima vera missione si avvicina, e forze oscure iniziano a muoversi...GRAZIE per averci seguito e appuntamento a mercoledì prossimo per il nuovo capitolo di UnaCampagnaQualunque. "

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